
RIGENERAZIONE URBANA Progetto Castelvecchio: la rilevante irrilevanza della politica
28 Luglio 2024
BUFERA SULLA CITTA’: C’E’ MODO E MODO (DI REAGIRE)
30 Luglio 2024401 voti a favore, 284 contrari, 15 astensioni e 7 schede bianche sono un buon punto di partenza per quella che Terry Reintke, co-presidente dei Verdi ha auspicato possa essere la maggioranza pro Europa a sostegno della riconfermata Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen.
Adesso che tutte le tessere del mosaico istituzionale europeo sono state composte, sarà interessante capire quale idea guida ispirerà il nuovo mandato della composita ma quantomai indispensabile maggioranza a sostegno del mandato.
L’idea ispiratrice, il filo conduttore per guidare il cambiamento radicale invocato da Mario Draghi per adattare l’UE al mondo di domani non potrà che essere legata ad una parola, debito, e alla necessità di individuare una sintesi tra le due idee che su questo tema nella UE, da sempre, si contrappongono.
Vale la pena ricordare che nella cultura tedesca la parola shuld significa sia debito che colpa e non è un caso che da una parte Lutero avesse ammonito che “nessuno deve vivere sulle spalle degli altri” e dall’altra Calvino avesse detto che “Dio aiuta coloro che sono capaci di aiutarsi da soli”.
Di diverso tenore l’approccio latino al tema dove debitum deriva da de-habere che al centro mette l’essere privo di qualcosa, il relativo bisogno spesso ritenuto incolpevole e quindi meritevole di compassione e non certo di reprimende.
Oggi, la dottrina dei famosi “compiti a casa” coniata da Wolfgang Schäuble appare per certi versi lontana ma una parte dei principi alla base di quella dottrina potrebbero rappresentare la cruna dell’ago per consentire alla Commissione di definire il compromesso necessario per affrontare sfide e costi posti dalla transizione energetica e digitale, dall’inevitabile consolidamento della difesa europea e dalla necessità di nuovi investimenti nelle infrastrutture finanziarie, energetiche e delle telecomunicazioni.
La nuova finanza europea, già modificata dal nuovo principio di equilibrio tra entrate e uscite di natura pluriennale, la sua base giuridica, vale a dire la politica di coesione, saprà essere all’altezza di quanto detto da Angela Merkel nell’aprile 2020: “L’Europa non è Europa se non ci si aiuta gli uni con gli altri in tempi di indebitamento”?
A questa domanda, la nuova Commissione Europea dovrà rispondere per orientare il prossimo mandato che rimarrà nella storia solo se, dopo aver affrontato con decisione i problemi generati da una pandemia di portata eccezionale sarà capace, con l’immutato spirito innovativo di continuare nell’impresa di armonizzare l’etica protestante con quella latina trasformando il debito da strumento di dominio in strumento di condivisione a favore delle generazioni future.