
DI FRONTE A GRANDI TEMI EPOCALI, GRAVI, URGENTI: SALTANO I NORMALI PARADIGMI DELLA POLITICA
20 Gennaio 2025
Due parole sulla separazione delle carriere…
24 Gennaio 2025Grande eco nella stampa politica ha avuto la celebrazione, con curiosa coincidenza temporale, dei convegni di Comunità Democratica a Milano e di Libertà Uguale a Orvieto. Con diverse sfumature, i punti comuni a entrambi gli eventi sono che:
1) si parla di qualcosa la cui collocazione è dichiaratamente nel centrosinistra. Quindi, per intendersi, è un altro film rispetto all’estenuante discussione su un Centro politico autonomo (di cui su Luminosi Giorni abbiamo più volte recentemente trattato);
2) tutti i protagonisti concordano per ora che questo qualcosa non sarà un partito. Inoltre, vista la gamma di personalità che hanno animato entrambe le manifestazioni, possiamo trarne che questo qualcosa starà dentro al PD. Quindi è una questione interna di partito (ma di interesse anche al di fuori di questo, ovviamente).
Posti questi punti fermi, la discussione ha fatto trasparire due diversi (anche se non necessariamente alternativi) obiettivi ed esigenze generali.
Il primo, rappresentato soprattutto a Milano, è di allargamento della base di consenso del partito, ovvero rispondere alla necessità (vitale, per aspirare ad avere la maggioranza nel Paese) di raggiungere e convincere a votare PD tutto un mondo, segnatamente (ma non solo) cattolico, che è restio a votare un partito connotato Schlein. Il messaggio a questo mondo, banalizzando un po’ ma è per rendere l’idea, è: caro elettore cattolico, o comunque moderato, che non voti a destra per tutta una serie di ottimi motivi ma che guardi con sospetto a Schlein, che ti sembra una svalvolata inaffidabile, guarda che puoi votare lo stesso PD perché nel PD ci stiamo anche noi, tutte persone perbene, serie, timorate di Dio.
Obiettivo (molto) diverso è quello che mi pare sia stato il focus dell’evento di Libertà Uguale. Qui il focus era di un cambiamento di rotta rispetto alla direzione intrapresa da Schlein; quindi, cercare di porre in agenda un indirizzo meno movimentista, meno piazze e abbracci con Landini, meno proposte velleitarie non sostenibili dal bilancio e, ferma restando la sacralità dei diritti LGBTQ+ e quant’altri, pensare a temi urgenti e concreti, di buon governo e di riforme. Insomma, tornare a fare sentire la voce della fantomatica “area riformista” del PD che con l’avvento di Schlein alla Segreteria è rimasta (abbastanza sorprendentemente) del tutto afona. Anzi, scomparsa proprio.
Ognuna delle due strategie, visto dal punto di vista del PD, ha pro e contro. La prima ha il vantaggio di effettivamente tentare un allargamento dei consensi. Ma ha il limite di essere una pura operazione di marketing. L’eventuale elettore cattolico, moderato e perbene cui non piace la Schlein, davvero sarà indotto a votare PD solo perché glielo dicono Ruffini o Prodi o Delrio e tutti gli esponenti altrettanto cattolici, moderati e perbene, quando in partenza gli si chiede di votare per chi, a prescindere, starà con Schlein?
La seconda opzione è più di sostanza, perché pone sul tavolo i limiti della politica attuale di Schlein. Di contro però non sembra funzionale ad allargare i consensi perché il PD oggi sta abbastanza in salute proprio perché è molto spostato a sinistra, ha fatto il pieno dei consensi “sentimentali” di tutti coloro che si sentono di sinistra-sinistra (e così facendo hanno mangiato voti ai 5stelle). Il rischio, sempre dal punto di vista del PD, che un cambiamento di rotta faccia magari conquistare consensi al centro ma li faccia perdere a sinistra.
Due opzioni dunque. Non ho citato quella che completerebbe il novero delle possibilità teoriche, ovvero che si stia lavorando per mettere in discussione la leadership della Segretaria o perlomeno la sua futura candidatura a premier per il centrosinistra alla prossima sfida elettorale. Perché ad oggi la Segretaria è in una posizione di forza grazie, come succederebbe in qualsiasi partito, ai riscontri elettorali più che discreti. In particolare ha più che doppiato i consensi dell’alleato/rivale Conte, e in politica il Segretario che aumenta i consensi del partito (peraltro ormai stabile da molti mesi) è quasi intoccabile. Va detto per la verità che non è tutto oro quello che luccica: ha sì alzato la percentuale del PD ma, soprattutto a scapito dei cinquestelle, ovvero senza ampliare il perimetro del consenso alla (potenziale) coalizione di centrosinistra da cui appunto il tema dell’allargamento descritto all’inizio. Ma in ogni caso, è difficile immaginare che si metta in discussione una Segretaria che aumenta i consensi e, peraltro, ben incarna l’anima di sinistra sinistra che tanto appaga il ventre profondo dell’elettorato PD (quella pancia che non ha mai davvero digerito Renzi, perché percepito come estraneo, nemmeno ai tempi dei trionfi elettorali).
Detto questo, è abbastanza chiaro (almeno per chi scrive) che il personaggio Schlein è, quanto a capacità di elaborazione politica, di una pochezza imbarazzante. Un esempio? Guardatevi questo link https://stream24.ilsole24ore.com/video/mondo/treni-schlein-meloni-e-salvini-si-scusino-cercano-solo-alibi/AGIOpNSC.
Contesto: siamo alla Camera e Salvini sta fornendo l’informativa sui recenti guasti sulla rete ferroviaria e i disagi provocati ai viaggiatori. Fa il compitino, ricorda che ci sono i cantieri del PNRR, che in Germania sono messi peggio, che negli ultimi due anni il traffico è aumentato del 15% e tenta di dare tutta la colpa a presunti atti di sabotaggio portando peraltro a sostegno della sua tesi che, dopo che le FFSS li hanno denunciati, non se ne è più verificato alcuno.
Ora, immaginiamo di essere sui banchi dell’opposizione e voler ribattere a Salvini mettendolo in difficoltà. Ti prepari sui dati degli investimenti, della manutenzione, vai a fare le pulci sul come sono stati coordinati i lavori del PNRR sulla rete, gli fai magari notare che, se la domanda di trasporto ferroviario è aumentata e forse è sovradimensionata per la rete, il Ministro dei Trasporti doveva capirlo per tempo e prevenire e programmare.. insomma, cerchi di contestare l’operato del Ministro nel merito e poi, semmai, gli infili qua e là la punturina capziosa e ironica. Invece nulla di tutto questo, l’unica osservazione di merito è l’obiezione che i presunti sabotaggi denunciati dal Ministro sono di gennaio e quindi successivi ai molti disagi sofferti sin dall’estate. Per il resto, il nulla cosmico.. frasi retoriche tipo quando si scuserà con gli italiani, il disagio di studenti e lavoratori.. mozioni degli affetti da comizio, da assemblea studentesca anni ’70 e null’altro. In chiusura, quello che con tutta evidenza si era preparata come il piatto forte per la claque “Volete forse accusare le opposizioni di questi guasti? O magari le famiglie arcobaleno, gli intellettuali, Peppa Pig?” (ma che c’entra..?) e ancora “L’unico trasporto che le interessa è quello al Viminale. Lei gestisce i treni come fossero quelli del Lego”.
Questa sarà la candidata Premier dell’opposizione? A questa tizia affidereste la guida del Paese? Una che dimostra palesemente di non avere un’agenda di governo (provate a stanarla su qualsiasi argomento concreto e operativo: si ferma “ai titoli” e alle suggestioni). Ebbene, se ci sono iniziative come quelle di Orvieto e Milano forse è perché qualcuno nel PD si rende conto che la risposta a queste domande è NO per troppi italiani, anche tendenzialmente di sinistra.
Vedremo se e quali sviluppi ci saranno. Non si escludono sorprese.
Immagine di copertina: © Pagella Politica