Innocenti provocazioni o gocce di veleno?
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14 Maggio 2023La rottura Calenda/Renzi rischia di costituire la pietra tombale per il lancio di una terza forza liberaldemocratica, già dopo gli insuccessi subiti nelle elezioni regionali a Milano e Trieste?
È legittimo porsi la domanda, a prescindere dalla ricerca e il rimpallo delle responsabilità, dal fatto che sia Azione che IV sono due partiti personali, e forse qualcuno ai vertici si è posto la stessa.
Ed è anche credo doveroso chiederci perché tanti tentativi più o meno analoghi sono falliti. Ricordo quello di Enrico Cisnetto dei primi anni 2000, Scelta Civica di Mario Monti, Fare per fermare il declino di Boldrin e Giannino. La stessa nascita di +Europa, pur derivante dal Partito Radicale, aveva lo stesso obiettivo.
Perché questi insuccessi?
Caratteristica comune è stata genericamente l’impronta liberal-democratica, comunque diretta:
- ad occupare uno spazio tra un centro-destra prima imperniato su FI/Lega poi cresciuto e allargato col successo di F.lli d’Italia, e una sinistra populista 5S ed una quanto meno confusa, a volte contraddittoria e a mio avviso conservatrice del PD
- a creare condizioni per uno sviluppo economico attraverso riforme che potessero invertire la cronica stagnazione che ha caratterizzato l’economia italiana negli anni pre-Covid che ha progressivamente perso attrattività per chi investe. Il tutto premessa necessaria a ripensare e sviluppare il welfare, oggetto di tagli progressivi che hanno riguardato un po’ tutti i settori compresi gli organici della struttura pubblica in generale.
Un tentativo di rispondere.
Temo che non sia né breve né semplice, perché a mio avviso vanno tenuti in considerazione vari fattori:
- Un primo, costituito dallo scenario mondiale seguito alla caduta del muro di Berlino
- Un secondo, più legato alle peculiarità del sistema Italia.
Dal capitalismo al turbo-capitalismo
Sono cose note ma repetita iuvant. La globalizzazione è stata un potente fattore di cambiamento. Tra gli effetti:
- Fallimento del comunismo.
- Rivoluzione delle filosofie della produzione. Le delocalizzazioni, già iniziate nella metà degli anni ’80 diventano un fenomeno globale. Solo nella crisi 2008/2013 in Italia hanno chiuso un 25% di aziende – prevalentemente dedicate alla sub-fornitura – e abbiamo perso quasi altrettanto in termini di produzione industriale.
- Aumenta la ricchezza in molti Paesi, non solo nei BRICS ma in altri paesi emergenti
- In Occidente si allarga la forbice ricchi/poveri, con un aumento della povertà e semi-povertà e una progressiva concentrazione della ricchezza. Questo fatto, unito all’esplosione dei fenomeni migratori, aumenta il disagio sociale e causa rivoluzioni nel comportamento degli elettori.
- La ricerca (e quindi scuola, università, formazione continua) diventa elemento strategico di punta.
Peculiarità del sistema Italia
Mi limito a citare alcuni elementi, quali:
- Il declino dell’Italia industriale; mancanza di una politica industriale, fallimento di quella per il Mezzogiorno, mancanza di una seria legislazione antimonopolistica, scelte economiche spesso antiliberiste.
- Scarsa produttività, soprattutto a causa della dimensione media piccola delle imprese italiane che inibisce gli investimenti in beni immateriali (segnatamente quelli per Ricerca e Sviluppo). Il confronto con gli altri Paesi europei è impietoso.
- Presenza di imprese di successo, grandi o medie, non solo manufatturiere, che assumono lavoratori qualificati, pagano salari più elevati, hanno investito per affrontare la globalizzazione, sono il fulcro del ns. export.
- L’università italiana, nonostante molte criticità, prepara alcuni ottimi laureati ai diversi livelli che poi finiscono all’estero.
- A fronte a questi ultimi due elementi di eccellenza, oltre alla citata presenza diffusissima della microimpresa con meno di 10 addetti, spesso a bassa produttività e rivolta al mercato interno, elementi che affossano l’attrattività e la produttività del paese sono:
- Un corpus normativo complesso, confuso, di difficile lettura, con troppe aree grigie, contraddittorie e di facile contestabilità.
- Una PA farraginosa, lenta, più orientata alla procedura che alla soluzione dei problemi, con personale ai livelli medio/bassi poco pagato e dirigenti massimi invece strapagati. Procedure autorizzative lunghe e complesse accompagnate poi a scarsi o mancati controlli e sanatorie facili e generalizzate.
- Una Giustizia lenta, complicata, caratterizzata da lobbies intoccabili perché i magistrati strapagati e con un percorso di carriera legato all’anzianità e non al merito. Vi sono dei meccanismi che moltiplicano il carico di lavoro del magistrato e prima dell’avvocato. Eppure la Giustizia è argomento tabù in Italia.
- Un fisco complicato, a volte vessatorio ma con tolleranza di fatto di larga evasione o elusione, con mancati incroci e controlli.
- Scarsa cultura del Merito, della Concorrenza, del Mercato. Non si è fatta una politica delle privatizzazioni se non per tappare dei buchi di bilancio o concedere benefici (autostrade insegnano). Siamo ancora forse influenzati da un retaggio storico, conta l’individuo, la famiglia, l’amico, le conoscenze contano più della conoscenza, fino all’estremo di una giustizia diseguale. Giolitti oltre 100 anni fa diceva, La Legge è Eguale per tutti, ma per gli amici la si interpreta, oggi in carcere finiscono prevalentemente poveri diavoli che non possono permettersi avvocati bravi ma costosi.
Sta di fatto che l’Italia nei 20 anni pre-Covid non ha avuto sviluppo, anzi ha perso qualche punto di PIL pro-capite, al contrario di tutti gli altri paesi OCSE, Grecia a parte:
From OECD ECONOMIC SURVEY OF ITALY– EXECUTIVE SUMMARY – April 2019
E, ça va sans dire, la perdita di competitività ha un parallelo nella perdita di attrattività per chi fa impresa.
Populismo e sovranismo
Un senso di disagio è diffuso in tutto l’occidente, per i motivi sopra descritti e oggi aggravato dall’inflazione che ovviamente pesa maggiormente sulle categorie più povere.
Un vento di destra soffia forte negli USA con Trump che gode ancora di largo consenso, l’evoluzione dei Repubblicani, in Svezia e in Finlandia le elezioni hanno portato le destre al governo. Vediamo le turbolenze della Francia, Macron impopolare, le sommosse in piazza, prima coi gilet jaunes e ora con le pensioni, e la quasi estinzione dei partiti tradizionali. Disagio, rancore, scontento, incertezza conducono sia al populismo, spesso associato al sovranismo, e al distacco/sfiducia totale vs. la politica e quindi l’assenza dal voto. Il tutto accompagnato da una ricerca del nuovo e da un’aspettativa che si possano risolvere problemi complessi e consolidati nel tempo con la bacchetta magica e in tempi brevissimi.
E se il vento soffia forte a destra, è facile uno scivolamento della sinistra su posizioni estreme e rivendicative, in termini di adeguamento salari, più welfare, ecc., a prescindere dai costringimenti dei bilanci pubblici, aspetto particolarmente critico in Italia dove il debito e relativi interessi) è salito spaventosamente.
Concludendo: a livello delle scelte politiche di governo
È evidente che solo una strategia di sviluppo potrà salvare l’Italia da un processo di decadenza in corso da anni. E solo radicali riforme potrebbero aprirne la strada, per diventare un paese attraente per chi investe, fa impresa. Ed è conditio sine qua non per rafforzare il welfare. Riforme vuol dire anche toccare un establishment trasversale e consolidato, in particolare quanto a taglio e semplificazione legislativa, PA e Giustizia. Basterebbe nominare un manager, della forza di un Marchionne o di un Colao, magari affiancato da un Vice come un Sabino Cassese, per individuare le aree critiche e più oggetto di contese giudiziarie. Ma chi ha il coraggio di farlo? Con la lobby degli avvocati? E chi ha il coraggio di allineare gli stipendi dei magistrati a parametri meno da privilegio, magari a partire dai nuovi assunti?
Ma a livello dell’azione dei partiti?
Di fronte al disagio, al rancore descritti, unito a un analfabetismo abbastanza generalizzato sui temi della politica e dell’economia, come acquisire un consenso importante di fronte a un populismo trionfante?
Inoltre, siamo sicuri che anche gli attuali aderenti al c.d. Terzo Polo siano convinti di questo? Vedo un mix assai eterogeneo quanto alla provenienza degli iscritti, e una sovrapposizione tra chi mira a un moderatismo classico e chi invece crede nelle riforme radicali che ho descritto.
Il moderatismo ha poco spazio. Secondo Alessandro Campi, Marcello Sorgi e altri politologi, prima questo segmento era imperniato su ¾ della DC, poi su Berlusconi e tende oggi ad andare vs. la Meloni che si muove abilmente catturando consensi in quest’area. E se le previsioni economiche oggi non sono molto rosee ma dominate dall’incertezza, quel disagio che ha portato al populismo/sovranismo temo aumenterà e creare un’alternativa agli estremismi comporta anche la necessità di una leadership capace di lanciare un messaggio comprensibile. Ma a quale target elettorale?
Credo che andrebbe aperto un dibattito, non col limite delle chat su WhatsApp, e non con una leadership imposta dall’alto perché due o più galli in un pollaio, per giunta stretto, non offrono oggi una garanzia di futuro. Sono personaggi validissimi, hanno creato i due partiti, Azione e IV, ma oggi sono un limite, anche come immagine, allo sviluppo di un’area liberaldemocratica vera e con possibilità di affermazione. Io sono un cane sciolto, ho 86 anni e non sono in grado d’influire sul corso degli eventi. Io credo:
- Che un lancio molto ben organizzato di un partito unico, pur attraverso la transizione di una coalizione, avrebbe costituito un asset importante e di affermazione
- L’affermazione di un partito abbia delle similitudini con le teorie di MKTG sul ciclo di vita del prodotto: la fase iniziale è la più difficile, e le débâcle elettorali e le baruffe chiozzotte possano costituire la pietra tombale.
- Forse unico modo di uscirne potrebbe essere una forte provocazione della base: dimissioni di tutti gli organismi, comunali e provinciali, con richiesta di congressi, dalla base al vertice fino alla nomina di una nuova leadership.
Wishful thinking? È probabile, ma altrimenti temo sia finita.